Interview with Maria Teresa Boazzelli

Title

Interview with Maria Teresa Boazzelli

Description

Maria Teresa Boazzelli describes the bombing of Frascati on 8 September 1943 and provides an account of life inside an improvised shelter: people praying and screaming after explosions. She explains how the Germans had been expecting the bombing and had sent a covert warning to her uncle. In the aftermath of the bombing, she describes the experience of finding her home partially destroyed and their subsequent journey to Rome on foot. Maria also provides recollections of daily life in Frascati during the war and describes the aftermath of the Battle of Porta San Paolo in the context of the fall of the Fascist regime. She also talks about her feelings regarding King Victor Emmanuel’s escape from Rome.

Date

2009-12-02

Temporal Coverage

Spatial Coverage

Language

Type

Format

00:09:02 audio recording

Rights

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Contributor

Identifier

Memoro#1818

Transcription

MTB: [part missing in the original file] Una cosa tragica. Una cosa tragica. Tre ore, in continuazione, sotto le bombe. Una cosa spaventosa. Tre ore. Arrivavano da Grottaferrata gli aerei e si dirigevano in questa maniera verso il centro di Frascati. Da Grottaferrata, così, verso il centro di Frascati. E dove aveva finito quel gruppo di aerei e iniziava quell’altro, quindi che tu avevi bombardato fino a qui e quell’altro da qui e andavano avanti. Quell’altri da li e andavano avanti, fino a che non sono arrivati fino a qua. Allora, l’allarme c’è stato ma immediatamente è [pause] iniziato il bombardamento, so’ arrivati gli aerei. C’è stato l’allarme, però i tedeschi che stavano li lo sapevano, perche mio zio Amadei che aveva il negozio di panificio, un tedesco gli disse: “Signor Amadei, domani stia attento che è una brutta giornata”. Infatti mio zio poi è rimasto sotto il negozio ed è stato poi dai [pause] pompieri, da della gente che ha cercato di salvare persone, salvato e portato a Roma all’ospedale. [part missing in the original file]
MTB: No, i rifugi sai cos'erano, erano le cantine, erano le cantine. I rifugi non c'è n'erano. Se lei pensa che come rifugio c'avevamo [pause] Quindi c'erano questi villini, c'era un viale, e i villini, uno di qua e uno di qua, in fondo al viale hanno scavato e sono andati giù un du’ metri, tre metri. Ecco come stavamo ricoverati. Che se ci prendeva la bomba in pieno non ce trovavano nemmeno un capello. Non trovavano niente, non trovavano.
Unknow interviewer: È morta molta gente a Frascati?
Si. Molta gente. Moltissima, famiglie sane. Anche perché appunto non c'erano i ricoveri e c'erano queste cantine, questi tinelli. E la gente andava nel tinello, nella cantina del tinello. Eh [pause], se, ma [pause] Guardi che hanno fatto a pulire, mo’ [pause] Tra parentesi i tedeschi stavano a Frascati, c'era Kesserling, ma le batterie hanno sparato. Una in piazza Mazzini è saltata per aria, quelle di palazzo Moroni hanno sparato fino a un certo punto, poi dopo vista la brutta non hanno sparato più, e a villa Torlonia c'erano altre batterie, eravamo circondati dalle batterie. Hanno sparato ma questi hanno fatto a pulire tre ore senza misericordia. Tre ore senza misericordia. Quindi hanno cotto dappertutto. Chi se’ salvato po’ dirse fortunato. Dopo de questo.. Infatti quando siamo usciti dal ricovero di questi villini, questi di questa parte, quelli che davano verso Grottaferrata, erano andati tutti distrutti meno il nostro che era distrutto dietro e davanti no. Tanto che mia madre uscendo e ritornando su dal ricovero fa: "Uh, hanno aperto la porta de’ casa ma io l'ho chiusa”. Capirai! I pompieri gli han detto: “Signora, troppa roba se è aperta”. Capirai. Nun c'era più niente era saltata per aria tutto.
Ma c'era una sensazione strana. Una sensazione strana. Forse la paura maggiore è stata perchè tutti pregavano e: "Santa maria madre di Dio [screams loudly] Questo scatto che c’era man mano che sentivi che il botto era più vicino, ecco quello ti metteva l'angoscia, la paura.
UI: Com'e stato essere bambini in tempo di guerra?
MTB Ma non c'era niente. Cioè non c'era niente. C'era la tessera per il pane. Eh, noi - ringraziando Iddio - il pane lo abbiamo sempre un po’ avuto dal momento che mio zio c'aveva il negozio di panificio e allora con la tessera ti davano i due etti. Se poi erano due etti e mezzo lasciava correre. Tutto li, sennò non c'era niente. Non c'erano dolci, non c’erano cioccolate, non c'era niente di niente.
UI: Pero c'erano le verdure e la frutta.
MTB: Sì, le verdure e la frutta. Questo si, moltissimo anche perche’ in turno [pause]. Adesso anche se Frascati sta diventando un cemento completo e siamo ossessionati dall'avanzata del cemento da Roma verso Frascati. Infatti non siamo più un paese, siamo una borgata. Vere peggio, forse. Allora no, allora cioè che era frutta e verdura era una cosa favolosa. Una cosa favolosa.
UI: La carne?
MTB: Sì, sì c'era la carne. Sì, carne, pollo, sì questa roba c'era.
UI: E la scuola?
MTB: Eh la scuola, la scuola subito dalle suore io so’ andata [pause] Alle scuole comunali che si [part missing in the original file]
MTB: Il giorno dell'otto settembre mio padre era impiegato alla camera dei deputati e venne chiamato dal direttore della Camera e gli disse "Boazzelli, devo dirle con dispiacere che c'è stato un bombardamento fortissimo a Frascati. Lei vada subito e vada a vedere la sua famiglia. E lui ha dovuto litiga’ coi tedeschi perchè non c'erano mezzi ed ha dovuto sali’ per forza su un camion tedesco. E siccome lui aveva fatto la guerra ed era stato preso prigioniero nella guerra ‘15-18 degli Austriaci. Quindi non era molto tenero. Non hanno [pause] Si vede che l'anno visto che s'era tutto arrabbiato e l'hanno sceso qui vicino all'ospedale col.. E quindi è arrivato a casa ed ha trovato tutto quanto così ed ha detto "Beh, cercate d'anda’ via, cercate d'anda’ a Roma". E però non c'erano mezzi. Era saltato per aria tutto. E quindi co [pause] a piedi siamo arrivati vicino Morena, giù Ciampino [pause]. A piedi. E per trovà un mezzo che ce’ portasse a Roma da un fratello di mio padre che abitava a Roma. Mio padre è rimasto li perché durante la notte c'è stato il sacallaggio [sic] della gente molto per bene che andava a ruba’ dentro le case. E quindi [pause] Ebbè, è normale, non è che sia normale. E noi siamo andati a Roma. Poi dopo ci ha raggiunto, quando non c'era nulla da fare che aveva cercato di sistemare un po’ de cose mio padre [pause] è venuto a Roma pure lui, e abitavamo tra Porta Pia e piazza Fiume, via Pagliari. Ecco abitavamo li. Infatti quando sono entrati gli Americani [pause] gli Americani sono entrati per cosa, come si chiama [part missing in the original file]
MTB: Mah, sa. È stata tutta una cosa, praticamente, che, di liberazione. Ecco perché tutta gente che arrivano, che c'è liberano. C'e danno da mangiare, c'e danno,cioè tutti liberi. Cominciava, sa, si, come c'erano gli Americani [pause]Non esisteva più il re. Perché giustamente il re, molto intelligentemente, mentre noi stavamo sotto a bombe lui scappava pe’ 'ndarsene in Egitto e compagnia bella. E quando siamo andati noi all'ospedale Fatebenefratelli a trovare mio zio Amadei che era rimasto li sotto il negozio c'erano un sacco di ragazzi giovani di 18-20 anni che avevano combattuto qui a Porta?
UI: San Paolo
MTB: A porta San Paolo, e vicino a mio zio c’era un ragazzo che c’aveva avuto 18-19 anni co' a pancia squarciata, e che chiamava la madre. E allora mia madre si avvicinò li a salutarlo, a accarezzarlo, na' cosa e n’altra. Queste sono i ricordi da bambina di momenti particolari. E infatti io quando sento nominare Casa Savoia vado un po’ in bestia, perche io capisco che lui voleva salvare il figlio e faceva bene a mandarlo via, ma che andasse via lui no, e rimanesse a vede’ quello che succedeva, de trattala meio. [part missing in the original file]

Citation

“Interview with Maria Teresa Boazzelli,” IBCC Digital Archive, accessed March 19, 2024, https://ibccdigitalarchive.lincoln.ac.uk/omeka/collections/document/45.

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