Interview with Maria Luisa Verniconi

Title

Interview with Maria Luisa Verniconi

Description

Maria Luisa Verniconi (b. 1930) recalls her youth in wartime, stressing how difficult it was for her mother to look after the family. She recollects adults listening to Radio Londra while the youths were on lookout. She stresses the violent behaviour of Germans troops, emphasising the unwanted attentions directed towards young women. She chronicles the evacuation to La Chiusa, where they took refuge in a cowshed, and mentions a round-up in a vineyard during which she got lost. She explains how she caught malaria and recovered only thanks her grandmother’s prayers and recalls a boy being executed in front of his sisters.

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00:09:59 audio recording

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Contributor

Identifier

Memoro#6506

Transcription

MLV: Era molto triste eeeh io mi ricordo che a nove anni mio papà era, fu richiamato, era in guerra e per giunta, adesso mi calmo eh, e per giunta mia mamma si trovava che era incinta, per giunta, al quinto figlio e, e quindi io mi ricordo che pur essendo tanto piccola bambina eeeeh suonava l’allarme, non avevamo la luce, e di notte quando suonava le sirene dovevamo correre nei rifugi e tante volte non riuscivamo noi bambini e allora vedevo mamma che si dava da fare per cercare di riunirci tutti perché eravamo in tanti in famiglia poi era sola senza mio papà e andavamo sotto dove c’è il passaggio del treno, tra Anzio e Nettuno, quella, quella era era il nostro rifugio era una galleria e lì passavamo tutta la notte a pregare ad spettare che ci dassero il consenso di rientrare, suonava questa benedetta sirena, sentivamo eh gli aerei che si allontanavano eh niente, questo è stato diciamo l’infanzia. Tanta fame e tanto freddo, tanta privazioni di tutto eeeh questa era l’epoca, poi oltretutto mia mamma doveva andare in campagna perché, io parlo personalmente per me ma c’erano tante persone come noi, perché essendo mio papà richiamato lei doveva andare a lavorare. Quindi io avendo nove anni dovevo cercare di fare una specie di buiaccone perché a nove anni non è che puoi fare una buona minestra con quel poco che avevamo e allora cercavo di fare il mangiare per i miei fratelli, non avevamo il gas, e allora, avevamo un treppiedi che mettevamo nel giardino, e di conseguenza, dai a mettere qualcosa sotto, non avevamo neanche della legna e quindi mettere qualcosa sotto per cercare di fare qualcosa, per mangiare, delle volte si poteva fare solo un po’ di polenta, oppure sotto la brace che avevamo un caminetto basso, non sempre si poteva accendere e perché questa è stata diciamo. Poi se dovevamo avere notizie eeeh io mi ricordo da bambina bisognava, c’era radio Londra e chi aveva la possibilità di avere una radio, allora si riunivano queste persone e cercavano di captare qualcosa e di conseguenza noi bambini avevamo già una certa responsabilità e ci mettevamo a vedere se passava qualcuno che ci vietasse di sentire questa radio, eeeh ecco questa era la nostra vita fino a tanto che poi diciamo le cose si fecero più serie. Eaah quando ci fu diciamo il fatto che noi eravamo uniti con gli americani mi sembra no? No, coi tedeschi, scusate, eravamo eh beh lapsus, eravamo uniti con i tedeschi e poi ci fu diciamo questo fatto che che purtroppo ci siamo, ci siamo accordati chi era il eeeh, che aspetta come si chiama, dai aiutate voi.
UI: Aiuta lei?
UI: Badoglio.
VML: Ecco, brava ci fu il fatto Badoglio. Sì, ero piccola dai, non mi ricordo, ci fu.
UI: È logico.
VML: Ecco, e di conseguenza allora poi lì è stato ancora più tragico, ci fu l’armistizio, credevamo che la guerra fosse finita e invece non fu così. E tutti a ringraziare qui a Nettuno andavano queste donne tutti a ringraziare la Madonna delle Grazie e invece poi questi tedeschi si vendicarono, si ribellarono contro di noi e allora diciamo che hanno fatto del male a tanti giovani, effettivamente insomma sono state cose tragiche ecco quello che hanno fatto, alle ragazze, e quindi dovevamo essere tutti nascosti. Niente poi diciamo la guerra è andata avanti, insomma abbiamo cercato, abbiamo cercato, hanno cercato diciamo ci sono stati anche i partigiani ecco anche se qui non è che ne abbiamo visti molti ecco, torno a ripetere, io ero molto bambina, queste sono cose che riesco a ricordare. Eh io mi ricordo che poi noi eravamo sfollati eravamo messi a La Chiusa e un posto cinque chilometri distante dal paese e lì eravamo dentro una stalla, non solo noi la nostra famiglia ma tante tante famiglie.
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VML: Mia mamma lavorava la vigna e di conseguenza c’erano questi padroni che ci tenevano alle persone migliori che sapessero lavorare la vigna. Io mi, mi invogliai e mia mamma sempre diciamo in incinta era diciamo ai primi mesi e venne il padrone a chiamarla disse ‘Qua venite tutti, venitemi a cogliere l’uva perché’ dice ‘Altrimenti mi resta tutta lì’. Già c’erano sti tedeschi che noi eravamo stati diciamo chiamati, avevamo tradito no? Questi tedeschi e ci davano la caccia, cercando di prendere tutti i giovani, le belle ragazze tutto quanto eh mia mamma un po’ terrorizzata gli disse di sì a questo padrone, insomma a questo della vigna, e facemmo tutti una bella, io dissi a mamma, ero piccola dissi ‘Mamma vengo pure io con te! E voglio andare con mamma!’. Eeeh quando ci fu la retata mentre eravamo dentro la vigna ‘Arrivano i tedeschi! Arrivano i tedeschi!’ eeeh chi scappava a destra, chi scappava sinistra. Io scappai, saltai un fosso e andai a mettermi dentro a, a dove c’erano queste imposte piene d’uva. Ecco, cercavo di di nascondermi lì sotto ecco pure essendo bambina, eeeh niente, io vedevo una canna del fucile che mi ruotava intorno e c’erano sti tedeschi che o che avevano visto che ero una bambina o che gli sono sfuggita, comunque vedevo questa canna che ruotava e ringrazio il buon dio di essere qui. Poi eh giustamente mi sono persa da tutto il gruppo, non sapendo in che zona io mi trovassi cercavo da vigna a vigna da sola ad andare diciamo, a saltare i fossi ogni tanto vedevo qualcuno e domandavo dove fosse sta benedetta Chiusa. Quando arrivai a casa eeh con l’aiuto anche di qualche persona che mi indicava arrivai e mi venne una febbre altissima e da lì presi anche la malaria, eeh poi la prese mio padre, la prese anche mio fratello, e allora siccome c’erano dentro diciamo dove eravamo accampati era una stalla, dove c’era di tutto e di più, e di conseguenza fecero una spiata ai tedeschi e dissero che lì c’erano delle persone malate allora niente eeeeh dice no, dice vennero i tedeschi, videro che noi effettivamente stavamo molto male e di conseguenza dice ‘Va bene domani mattina veniamo li carichiamo, li portiamo a Roma’. Ora siccome se noi, se c’avessero portato a Roma noi non è che mamma potesse venire con noi, portavano via soltanto noi, ecco i più gravi, io mio fratello. Allora io mi ricordo che mia nonna mi tenne tutta la notte diciamo, la Madonna del Divino Amore, c’aveva un anello lei, con la Madonna del Divino Amore, mi tenne per mano tutta la notte pregando questa madonna e mi disse ‘Pregala anche te’ che io non capivo nulla perché avevo la febbre alta, dice ‘Pregala anche te che ti faccia togliere la febbre’ e forse non mi crederete, io al mattino sfebbrai, arrivarono i tedeschi con l’autoambulanza, con la, con le motociclette e tutto, però sfebbrammo tutti e tre.
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VML: Mia mamma era come una disperata, perché poi loro tutte le donne si riunirono eeh e videro che insomma niente si dettero da fare a ricercare, però erano rincorsi dai tedeschi eeehm, forse è un po’ dura, è un po’ duro quello che vi sto dicendo eeehm fucilarono un ragazzo e lo vedemmo con tutte le budella di fuori, ecco è un po’ dura, non avrei voluto dirlo eeeh c’erano le sorelle di fronte, questo non si salvò questo ragazzo, eeeh ecco quindi vedete. Eh?
UI: Un commento, non è un video. Assolutamente.
VML: No, è verità, è tutta verità.

Citation

“Interview with Maria Luisa Verniconi,” IBCC Digital Archive, accessed April 26, 2024, https://ibccdigitalarchive.lincoln.ac.uk/omeka/collections/document/305.

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