Interview with Raffaella Sorsini

Title

Interview with Raffaella Sorsini

Description

L’intervistata è Raffaella Sorsini, nata a Vicchio (FI) il 25 maggio 1919, impiegata in pensione. Interviene Marianna Galardini, nata il 18 maggio 1897. L’intervista è effettuata da Claudio Rosati a Pistoia, presso la casa dell’informatrice, il 12 luglio 1983. Durante il primo bombardamento di Pistoia, Raffaella Sorsini andò con la madre al rifugio di Piazza della Resistenza [Piazza d’Armi]. Marianna Galardini sostiene che nel primo bombardamento ci sono state centoventi vittime e che in Via Pratese sono state distrutte numerose villette. In seguito al trasferimento del suo ufficio alla Villa Giacomelli, Raffaella Sorsini sfollò in campagna, alle Case Nuove, vicino a San Rocco. È dovuta più volte scappare nella zona di Sant’Agostino, all’epoca area non urbanizzata. Infine, ricorda di non aver temuto di essere importunata dai tedeschi in quando donna, ma di aver avuto tale paura all’arrivo dei Marines americani alla Villa di Celle, dovendo obbligatoriamente passare da quella zona, tanto da farsi accompagnare dal fidanzato.

Raffaella Sorsini, born 25 May 1919, Vicchio (Florence province) is a retired clerical worker. During the first bombing of Pistoia, Raffaella Sorsini went with her mother to the Piazza della Resistenza [Piazza d’Armi] shelter. Marianna Galardini (also present during interview), born 18 May 1987, claims that the death toll of the first bombing was 120 people and that many detached homes in Via Pratese were destroyed. Following the move of her office to Villa Giacomelli, Raffaella Sorsini was evacuated to the countryside at Case Nuove, near San Rocco. Many times she fled to the Sant’Agostino area, at the time, still rural. She says that she never feared being sexually harassed by Germans, but conversely, she was scared by US Marines at Villa di Celle: while she had to walk past, she was accompanied by her fiancé.

Creator

Date

1983-07-12

Temporal Coverage

Spatial Coverage

Coverage

Language

Type

Format

00:37:49 audio recording

Rights

This content is available under a CC BY-NC 4.0 International license (Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0). It has been published ‘as is’ and may contain inaccuracies or culturally inappropriate references that do not necessarily reflect the official policy or position of the University of Lincoln or the International Bomber Command Centre. For more information, visit https://creativecommons.org/licenses/by-nc/4.0/ and https://ibccdigitalarchive.lincoln.ac.uk/omeka/legal.

Contributor

Identifier

MB CR 1 437 A

Transcription

[incomprensibile]
CR: Ma a parte la data [incomprensibile] come ve ne accorgeste?
RS [?]: La sera io e [incomprensibile] e venne Fabio, sarebbe il babbo della Laurana, il babbo della Laura venne a chiamare il mi babbo e [incomprensibile] gli disse 'oh [incomprensibile] vieni a vedere, vieni a vedere' –
[Altro]: [incomprensibile].
RS[?]: Sì, e allora la mi mamma dice 'alzati anche te e vieni a vedere, mamma mia' dice 'vieni a vedere che c'è per aria' [incomprensibile] e allora [incomprensibile] ci sarà stato, era la sera verso l’undici sarà stato –
[Altro]: [incomprensibile].
RS[?]: Eh, anche prima, anche prima, e allora fu anche prima sarà stato [incomprensibile] e [incomprensibile] m'affaccio alla finestra, ti vedo i bengala e allora dissi '[incomprensibile] scappiamo' [incomprensibile] allora si prese le scale io, la mi mamma, il mi babbo invece rimase indietro e la Laurana, era piccina la Laurana, loro [incomprensibile].
[Altro]: [incomprensibile].
RS[?]: No, [incomprensibile] loro andarono vicino a casa sua, dove c'è quella [incomprensibile] loro andarono lì e invece noi s'andò in Piazza d'Armi, al rifugio di Piazza d'Armi, io e la mi mamma. Quando s'arrivò, a corsa, tutti – scappavano, quando s'arrivò vicino a entrare nel [incomprensibile] in quel bastione di Piazza d'Armi dove c'è [incomprensibile] come si chiama?
CR: La fortezza.
RS[?]: La fortezza [incomprensibile] c'è un rifugio [incomprensibile] entrò lì, la mi mamma non ce la faceva più [incomprensibile] e saltò fuori da lì dentro un [incomprensibile] forse un soldato [incomprensibile] un maresciallo [incomprensibile] e ci spinse dentro [incomprensibile].
CR: Ma ecco, e poi i bombardamenti successivi? Vivevate con la paura, con l'ansia? Ecco, la notte, cioè, le notti successive –
RS[?]: Ma poi la notte, non vennero più di notte –
MG[?]: No, di giorno.
RS[?]: Poi c'era quell'aeroplano fantasma, quello che viaggiava la notte sempre –
CR: Perché l'areoplano fantasma?
RS: L'areoplano fantasma, ogni tanto buttava qualche bomba ma, ma difficile, in qua e là –
CR: Ma vivevate con l'ansia oppure?
RS: Mamma, sempre con la paura –
CR: Sempre con la paura dei bombardamenti –
RS: Poi, la gente tutti sfollati –
MG: Perché anche noi un s'andò lassù a coso, a –
RS: Ma quello s'andò dopo –
MG: Come si chiamava il contadino?
RS: Lei andò alle Sei Arcole dalla zia Maria con Aldo, che Aldo era malato, lei andò lì –
MG: O un s'andò lassù da quel contadino?
RS: Ma quello s'andò dopo, s'andò dopo quando, quando arrivavano, erano vicino a [incomprensibile] loro. Che poi noi ci s'andò lassù perché a me mi sfollarono l'ufficio, lo portarono alla Villa Giacomelli, lassù per andare a San Quirico. Allora noi ci si sfollò lì da una nipote della Marianna alle case vecchie, a – come si chiama, alle case nove, come si chiama lì doe sta, doe sta Silvano?
MG: Dove sta la Lisa [?]?
RS: Sì –
MG: Le case nove dove stava Silvano.
RS: Sì –
MG: E le case vecchie dove stava la Lisa, per andare a San Rocco.
RS: Sì, ecco noi si stava lì.
CR: Ma ce ne furono degli altri dopo di bombardamenti?
RS: Poi ci furono di giorno, poi ci furono di giorno. Il palazzo giallo –
CR: Però voi eravate in campagna, quindi –
RS: Il palazzo giallo fu distrutto di giorno, di giorno o di notte? So che fu distrutto all'ultimo bombardamento il palazzo giallo –
MG: Quello non me lo rammento –
RS: Non me lo ricordo se fu distrutto di giorno o di notte –
CR: Il primo dovrebbe essere stato il 23, 24 ottobre del '43, è possibile in ottobre?
RS: Sì, sì, sì, sì, sì, sì, d'ottobre, che non era ancora freddo, non era un'annata fredda, no. Che poi noi quando si sortì di lì, noi si guardò – io vidi da loro tutta la polvere, il foco, dissi 'addio, hanno distrutto la casa, credevo che la casa di' –
MG: [incomprensibile].
RS: Sì, e si vedeva le fiamme e si credea che fosse andata giù anche la su' casa, i vetri eran tutti rotti. Perché mi ricordo loro scapparono e andarono su a Pontenovo, voi andaste a Pontenovo con Angiolino –
MG: Sì, ma quella notte lì per i campi –
RS: Mah, un lo so, insomma so che voi – lei non c'era e e e tornanno indietro Angiolino, Raffaello e Mario, dissi 'andiamo a vedere che è successo loro' e noi s'era venuti verso casa vostra e s'andò a dormire nei vostri letti, che c'era la Laurana, Fabio e s'avea paura –
MG: [incomprensibile].
RS: A me parea fosse a Pontenovo voi –
MG: [incomprensibile] dalla Maria –
RS: Sì, eri a Pontenovo voi, via.
CR: Ma morti ce ne furono nel primo bombardamento?
RS: Eeeeh [enfasi].
MG: Specialmente sulla strada Pratese andò giù tante di quelle villette.
RS: Ce ne furono sì, mamma mia, e sa' la mattina si riprese servizio noi, il che c'era al Genio Civile basta, perché tutti affluivan lì per via dello sgombero delle macerie, per levare i morti, mamma mia Signore.
MG: Oh ma il primo bombardamento mi pare centoventi morti.
CR: Qui a Pistoia?
MG: Sì, di una famiglia ci rimase – una famiglia erano in cinque, ci rimase altro che il padre e un figliolo di diciott'anni perché loro erano in stazione e la su famiglia alla Vergine, sicché la famiglia di loro, tutti, tutti morti, proprio appena sortivan di casa, una bomba li prese in pieno.
CR: [incomprensibile] allora si viveva con più paura.
MG: Appena scattava l'allarme si scappava, si scappava di là verso Sant'Agostino –
RS: Si scappava [incomprensibile] la mi mamma urli – e c'era l'ingegnere capo d'allora [incomprensibile] Pasquale tra un po' ci rimane perché un lo volean mandare e rimase lì salvo per miracolo, perché un voleano mandare perché dicean che si dovea andar via all'ultimo, ma quando sentian l'allarme un si capia più nulla e poi sonava sempre dalle dieci e mezzo all'undici, l'undici e mezzo sempre a quell'ora lì.
CR: La mattina o la sera? [rumori di sottofondo].
RS: Il pomeriggio, la mattina, la mattina via, la mattina. Sempre a quell'ora lì suonava.
CR: Comunque il più brutto è stato il primo allora.
MG: Sì.
RS: Il primo, perché il primo non ci s'aspettava [incomprensibile] poi fu di notte, sicché –
MG: Insomma centoventi morti quella notte.
RS: La Laurana, era piccina mi ricordo e poi loro andaron da una parte, perché non so se loro andaron via prima e noi dopo e poi insomma ci si ritrovò e s'andò a dormi' tutti in casa [incomprensibile] della nonna [?] Marianna [rumori di sottofondo] quella notte lì perché – ma io non so se era andato giù il palazzo o se s'avea paura, io un –
MG: No, ma non andò mia giù subito il palazzo sai –
RS: No, mi sa che l'ultimo bombardamento –
CR: E dentro il rifugio quanto ci si stava?
MG: [incomprensibile].
RS: Finché un cessava l'allarme, poi sonava il cessare l'allarme –
CR: E c'entrava tanta gente?
RS: [incomprensibile] se ci cascava una bomba si facea la morte del topo [incomprensibile].
MG: [incomprensibile].
RS: L'avean fatto anche lì da noi giù in fondo al palazzo giallo, l'avean fatto anche lì, che poi la gente avea paura, dice 'sì, se casca qui' dice 'qui sì che un si ritrovano', sul principio ci s'andava tutti, perché magari s'avea meno paura, perché ancora un s'era sentito dire, poi dopo sa', quando cominciarono a prende' campo le 'ose e vede' che dovean esser fatte con un certo criterio e lì non eran fatte con criterio –
MG: Allora andavi lì in Piazza d'Armi [incomprensibile].
CR: [incomprensibile].
RS: La mi mamma mi ricordo mi dicea 'ora mi schianta il cuore', si mise a sedere e [incomprensibile] disse 'vieni via dentro il rifugio', mi ricordo dette la spinta lui perché quella oramai avea corso, s'era corso tanto, un ce la facea più.
CR: Che poi quando cascava la bomba doveva tremare [incomprensibile].
RS: Ma un boato si sentiva, sì, e poi tremava, quando cascavan vicino. Noi s'era tutti dentro, dentro i letti di loro anche e un mi ricordo anch'io se mi tagliai ì, ci si tagliò in diversi perché eran [incomprensibile] tutti dentro perché le bombe, le conce le avean bombardate tutte, sicché te l'immagini [incomprensibile] te l'immagini, mamma mia Signore.
CR: E il tempo sembrava lunghissimo?
RS: Eeeeh [enfasi] ma se ne sentì tante quella notte Madonna.
MG[?]: Ma Nino era stato in Russia, lui sapea il che volea di' la guerra, allora quando vide [incomprensibile] 'mettemosi tutti sotto i letti, mettemosi tutti sotto i letti', Angiolino non c'entrava sotto i letti, si mise dentro il forno ma avea un po' le gambe di fori così [risate].
RS: Che affari, che affari, ora si ride ma credetemi –
MG: [incomprensibile].
RS[?]: Ma poi si scappava dall'altri capi di Sant'Agostino e tutti i giorni ci toccava scappare e andare a Sant'Agostino sai laggiù, perché allora c'eran tutti campi e ci s'infilava in mezzo alle frode, sa, giù –
MG: Giù nelle fosse.
RS: Giù nelle fosse –
CR: Ma vi eravate un po' abituati però via [incomprensibile].
MG [?]: Ora [incomprensibile] s'avea fatto la pratica sai di scappare.
RS: Poi s'andò sfollati lassù –
CR: Perché Piteccio fu bombardata parecchio, vero?
RS: Forse Piteccio per via delle volte.
CR: Per via del ponte, che non riuscirono mai a prendere.
RS: Mamma mia, che lavoro, che lavoro [pausa] Ora, ora non sembra mia più vero, non sembra più vero, anche poi quando s'andò lassù sfollati alle case vecchie, lassù vicino alla chiesa di San Pio [?] dalla parte di là, che s'andò sfollati, [incomprensibile] tutti in una stanza, certi accampamenti – e veniva i tedeschi –
CR: Qualcuno dice 'un sembra più vero', dice 'un sembra più vero'.
RS: Un sembra vero d'aver passato che s'è passato e mi ricordo prima che arrivasse gli americani [incomprensibile] che c'era i tedeschi, ma i tedeschi – dei tedeschi un c'era d'ave' paura nel senso se si viaggiava donne –
CR: Sì, sì è vero.
RS: Un ci davan noia, ma quando poi c'era gli americani e tutti quei negri a quella bella villa che disse lei, la villa –
CR: A Celle.
RS: La Villa di Celle, c'eran tutti gli americani.
CR: La villa dei Marines.
RS: E lì c'era d'ave' paura, perché a passa' di lì – e mi riordo ci si dovea passare e Raffaello, allora s'era fidanzati, m'accompagnava sempre perché se vedean le donne addio, invece coi tedeschi sì, per carità, i tedeschi c'era d'ave' paura della fucilata, non che che venissero dietro alle donne, no no.
[altra voce di sottofondo]

Citation

Claudio Rosati, “Interview with Raffaella Sorsini,” IBCC Digital Archive, accessed December 5, 2024, https://ibccdigitalarchive.lincoln.ac.uk/omeka/collections/document/38719.

Item Relations

This item has no relations.