Interview with Gianfranco Nardi

Title

Interview with Gianfranco Nardi

Description

Gianfranco Nardi (b. 1933) recalls the first bombing of Cesenatico in 1944, a night action carried out by 'Pippo'. Explains how the aircraft missed the train station and hit the nearby town centre; maintains that the pilot was drunk. Describes three bombs falling into the courtyard of the elementary school where her father worked as caretaker. Explains how the explosions didn't wake him up at first whereas his father, who served in the First World War, was immediately aware of what had happened. Tells how they stayed at the neighbours house that night, a family that had their own reinforced concrete shelter. Describes the damage done by the bombs and points out how lucky they were for escaping unharmed just 15 meters away from the crater.

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00:04:18 audio recording

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Contributor

Identifier

Memoro#5754

Transcription

GN: Cesenatico, ci fu il primo bombardamento in aprile del, bombardamento notturno, aprile del 1944. Lo effettuò un certo Pippo, un bombardiere solitario che faceva le incursioni notturne. Dunque, quella notte venne a bombardare e commise un grave errore. Sbagliò la posizione che era da bombardare. Il suo disegno era probabilmente quello di bombardare la stazione ferroviaria. La stazione ferroviaria, i binari erano lontani dal punto che lui ha bombardato, che era il centro del paese, circa 150 metri. Abbiam pensato tutti che nella notte forse aveva bevuto un po’ troppo oltre ad aver preso di mira un punto sbagliato perché nel centro del paese non c’era proprio nulla da bombardare. Caddero tre bombe nel cortile, nel vasto cortile del palazzo delle scuole elementari dove noi dormivamo. Dopo dico il perché dormivamo nelle scuole elementari o se no lo dico subito, perché mio padre era il bidello delle scuole e avevamo l’apartamento dentro. Bene. Cadono le bombe, io pensate avevo undici anni, ho fatto fatica a svegliarmi, beata la bella dormita dell’undicenne, [laughs] e allora mi sveglio nel dormiveglia, mio padre era già in piedi, capivo che era in piedi, parlava con mia mamma, aprii gli scuri, c’erano gli scuri e allora c’era un gran polverone fuori. Mio padre, che aveva fatto la guerra del 15-18, questi rumori delle bombe aveva già capito cos’era accaduto nelle vicinanze. Cosa facciamo? Si sentivano dei lamenti in giro un po’ lontano, però noi ci mettiamo quel che si poteva mettere addosso, scendiamo con prudenza gli scalini che mancavano per arrivare al pianterreno, ci portiamo fuori sulla strada e siamo ospitati dal dirimpettaio che aveva già fatto un rifugio in cemento armato. Lì abbiamo parlato un po’ fra di noi, ai primi albori del giorno usciamo, ringraziamo e andiamo nelle scuole. Andiamo a vedere nel cortile. Eran proprio tre bombe. Una aveva colpito un pozzo, polverizzato. il nostro frigo non l’avevamo più, lì mettevamo i cocomeri al fresco. Santo cielo! Mi porto vicino alla profonda buca che era venuta fuori dallo scoppio, guardo verso le nostre finestre, mmh che sgomento! Ma come mai non abbiam preso nemmeno una scheggia? Qundici metri di distanza, dove dormivamo, nemmeno una scheggia, illesi. Allora era finito, andato tutto bene e io, appena ho potuto muovermi, ho voluto andare a vedere dove erano cadute le altre bombe. Ed erano cadute tutte diritte ecco perché abbiamo pensato che in una linea diretta così molto probabilmente lui voleva colpire la ferrovia.

Citation

“Interview with Gianfranco Nardi,” IBCC Digital Archive, accessed April 16, 2024, https://ibccdigitalarchive.lincoln.ac.uk/omeka/collections/document/326.

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