Interview with Alessandro Novellini

Title

Interview with Alessandro Novellini

Description

Alessandro Novellini (b. 1932) remembers the bombings of Turin and mentions different shelters in the city: the one in the basement of his house and the much bigger one at Piazza Risorgimento, built in 1943 when the tide of war was turning in favour of the Allies. Chronicles the bombing of 13 July 1943, when almost one thousand people were killed. Mentions the sky turned red by the fires and the effects of a blast wave. Talks of the Piazza Risorgimento shelter, deemed much safer it being a reinforced concrete underground structure. Explains how the first shelters were those in public offices and in the town hall, intended for Fascist top brass, when others had to fend for themselves. Remembers seeing formations of 30 to 50 aircraft dropping bombs over the city.

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00:03:06 audio recording

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Contributor

Identifier

Memoro#1160

Transcription

AN: Ah ecco, il rifugio di Piazza Risorgimento, che tutti ne parlano, io ho avuto l’occasione di provarlo, è stato costruito soltanto alla fine del ’43 praticamente, perciò quando la guerra cominciava a delinearsi un po’ la vittoria degli Alleati, perche i primi bombardamenti sopportavamo nelle cantine. Io abitavo in via Rosta 22, ci sono stato per trent’anni, e il bombardamento l’ho subìto, uno dei bombardamenti del, diciamo il famoso bombardamento, che forse a Torino si ricordano del 13 luglio 1943 che ha fatto da solo in quella giornata quasi mille morti io l’ho subìto nella cantina di via Rosta 22, lì vicino a Piazza Risorgimento. Naturalmente era, a un tratto era di sera, il cielo era tutto incendiato perché era rosso intanto si è aperta proprio la porta della cantina per lo spostamento d’aria, tutti si sono spaventati però fortunatamente le bombe erano cadute vicino, erano cadute in piazza Risorgimento in una grande casa che c’è lì all’angolo tra via Rosta e via Nazzaro e aveva fatto dei danni, ma non molti. Comunque lo spavento è stato, è stato fortissimo. Per cui io alcuni mesi dopo, quando sono ripresi i bombardamenti del ’44 e allora scappavamo nel rifugio di Piazza Risorgimento e in effetti questo rifugio era sicuro perché era molto sotto terra, c’era il cemento che lo ricopriva, diciamo con il rifugio ci sentivamo più protetti, mentre invece nelle cantine diciamo eravamo così sperando Iddio la chi ci credeva questo era [part missing in the original file] I rifugi li hanno costruiti molto tardi, salvo qualche rifugio negli uffici pubblici, al municipio, alla prefettura, chè sai, i gerarchi si mettevano prima al sicuro loro e poi gli altri che s’aggiustassero. Per cui noi ci aggiustavamo. Però in effetti fino alla fine del ’43 era un rischio perché i bombardamenti, poi gli allarmi avvenivano sempre quando gli apparecchi erano già sulla testa, perché era cosi rapido, poi io vedevo gli stormi delle Fortezze volanti, lì c’erano gruppi di 30, 40, 50 aerei [makes a wooshing sound] sulla città, poi lasciavano cadere le bombe cioè non lo auguro a nessuno in quei momenti che cosa si provava perché poteva capitare a te come a un altro. Quello è un po’ il ricordo della guerra. Questo è stato negli anni del ‘43.

Citation

“Interview with Alessandro Novellini,” IBCC Digital Archive, accessed April 24, 2024, https://ibccdigitalarchive.lincoln.ac.uk/omeka/collections/document/319.

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