Interview with Francesca Marchese

Title

Interview with Francesca Marchese

Description

Francesca Marchese (b. 1933) recalls the bombing attacks on Casale Monferrato, mentioning a bridge that survived multiple attacks and was nicknamed “The devil’s bridge”. She remembers people used to congregate in a field to watch the bombing of Turin and how life went back to normal after the end of hostilities.

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00:03:27 audio recording

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Identifier

Memoro#960

Transcription

FM: Nella guerra io non era ancora qui a Torino, ma ero al mio paese vicino a Casale Monferrato.
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FM: Villanova Monferrato, provincia di Alessandria [background voices].
[part missing in the original file]
FM: Provincia di Alessandria, quindi quello che è successo qui.
Unknown Interviewer: Sulla guerra.
FM: Alla guerra, saprei dirle qualcosa lì di Casale, ma qui è per quello che voglio essere subito.
UI: Chiara.
FM: Sincera a dirlo, perché non saprei dire qui a Torino nel periodo della guerra, cos’è successo, cosa non è successo.
[part missing in the original file]
FM: E invece del mio paese, del mio paese cosa potrei contare, raccontare, dal mio paese eravamo cinque chilometri da Casale Monferrato e lì bombardamenti, e tutti, tutti i giorni, tutte le sere, perché poi si vedevano proprio gli aeroplani, giravano, proprio sul nostro paese e andavano a bombardare lì a casale perché c’è cinque chilometri, perché mitragliatrici, insomma, ci son state anche dei morti anche nel mio paese eh, perché son stati mitragliati eh, perché gli aeroplani passavano lì poi andavano su a Casale, e a Casale andavano per bombardare il ponte che passavano di lì per andare su, nelle viere [?], andavano su, non so, passavano i camion dei soldati di lì su quel ponte, era l’unico ponte che passava, eeeh andavano lì e han cercato tanto per buttarlo giù ma non son mai riusciti, e così quel ponte quando entra lì a Casale Monferrato c’è il cartello che c’è scritto, ‘Questo è il ponte del diavolo’ perché non è mai stato buttato giù dagli aeroplani, no non sono riusciti e l’han chiamato ‘Il ponte del diavolo’. Sì ah beh ci sarebbe tanto da raccontare a Casale perché oddio bombardamenti ce ne sono stati parecchi, quello che mi ricordo, poi io ero anche, ero anche piccola, avevo dieci anni, dieci undici anni avevo eh son del ’33 per cui la guerra era nel ’40 ’45, no?
[part missing in the original file]
FM: Insomma no, [background voice] non ero, avevo una decina d’anni, però mi ricordo, eh e anche dal mio paese andavano in un campo lì che era un po’ fuori del paese, fuori del paese si vedeva, tutti i bombardamenti che si vedevano da, a Torino, perché era tutto libero, no? Si vedevano tutti i fuochi che si, che bombardavano Torino, però a Torino io non c’ero.
[part missing in the original file]
FM: Proprio di fronte a me, di fronte a me, era una casa, lì era una casa, era molto grande, lì c’erano tutti tedeschi, c’erano tutti, c’era il commando no, c’era il commando dei tedeschi siccome venivano a mettere, a bombardare lì a Casale che è vicino, lì c’era il commando dei tedeschi e poi.
[part missing in the original file]
FM: E poi e e poi, poi quando sono arrivati poi gli americani tutto è rimasto, è andato a posto, che poi gli americani son venuti al mio paese e si son sistemati per non so quanto tempo. Son stati lì.

Citation

“Interview with Francesca Marchese,” IBCC Digital Archive, accessed November 15, 2024, https://ibccdigitalarchive.lincoln.ac.uk/omeka/collections/document/303.

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