Interview with Luigia Colussi
Title
Interview with Luigia Colussi
Description
Luigia Colussi (b. 1925) gives a short account of her wartime life and describes how she persuaded German troops to release her father. She talks about the contrast between the attitude of adults (who prayed and were generally worried by the situation) and the care-free defiance of the youngsters, laughing and singing. She remembers the acrid smell of explosives after a bombing raid, and describes the sight of Milan burning, as seen from the roof of a farmhouse in Gorgonzola where she lived as evacuee.
Language
Type
Format
00:03:18 audio recording
Rights
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Identifier
Memoro#5827
Transcription
LG: E un giorno noi ragazzi siamo andati dove c’erano le contraeree, no, i cannoni e i tedeschi non c’erano, cominciavano a scappare, però c’era tutto in ancora in, ancora funzione diciamo dentro queste tende, e noi ragazzi siamo andati lì per curiosare eccetera, un ragazzo ha schiacciato qualcosa e ha messo in contatto con la centrale, dopo un po’ sono arrivati i tedeschi col camion hanno caricato quasi tutti compreso mio padre. A questo punto io ho implorato quel tedesco, piangendo insomma ‘È il mio papà’. Morale, l’ha tirato giù.
Unknown interviewer: È riuscita a convincerli.
LG: E mi è andata bene, capisce? Poi c’è stato i ragazzi che scappavano, loro che sparavano, insomma è stata, anche quello lì è un segnale che mi è rimasto nella mente no.
[part missing in the original file]
LG: Eran pesanti, io mi ricordo quando capitava in casa che bombardavano lì in via Ragusa eccetera, si andava nei rifugi, però ero ragazza, eravamo giovani, ancora un po’ spensierati guardi.
UI: Sì, riuscivate a mantenere.
LG: I vecchi i parenti i genitori erano tutti in cantina che pregavano eccetera e noi ragazzi sulla scala della cantina a cantare, a cantare ‘Maramao perché sei morto’ [laughs].
[part missing in the original file]
LG: Perché pregavano queste persone in cantina, no gli anziani, e qualcuno metteva le immaginette dei santi, no?
UI: Dei santi.
LG: Capisce? Quando c’erano, buttavano le bombe, che ne han buttate parecchie no? Anche incendiarie eccetera, quando c’era uno spostamento d’aria queste immaginette giravano e noi ci divertivamo [laughs].
UI: E voi ci scherzavate, anche nonostante, riuscivate.
LG: Si guarda, poi finito il bombardamento si andava a fare l’ispezione noi ragazzi, no?
UI: E cos’è che cercavate?
LG: A vedere quello che era successo, quindi un odore di brucio, di, sa quella, quell’odore nell’aria, impregnata d’incendio, di.
[part missing in the original file]
LG: Ecco si sfollava a Gorgonzola quando c’erano i bombardamenti e andammo con un carro trainato dai cavalli, si partiva dalla zona della Gobba.
UI: Cioè lì?
LG: Di Milano, la periferia di Milano chiamata la Gobba, no?
UI: La Gobba.
LG: Dove passa il naviglio e con con sto carretto col cavallo si partiva si andava a Gorgonzola, no? Perché, per evitare i bombardamenti notturni, no?
UI: Sì, quanto ci mettevate?
LG: Eh parecchio [laughs] non glielo so dire.
UI: Eh immagino.
LG: Io so che poi su questa cascina la notte si andava sul tetto di questa cascina e vedavamo [sic] Milano incendiata, è stata una cosa veramente tremenda, era tremendo vedere, pensare che casa nostra.
UI: La vostra città.
LG: La nostra città era, stava per essere distrutta, e al mattino alle 6 si rientrava in città. Qualche volta andavamo ai rifugi della stazione centrale.
UI: Ecco com’erano questi, ah sotto.
LG: Sotto i rifugi in stazione centrale, si andava qualche volta lì, eh la guerra è passata.
Unknown interviewer: È riuscita a convincerli.
LG: E mi è andata bene, capisce? Poi c’è stato i ragazzi che scappavano, loro che sparavano, insomma è stata, anche quello lì è un segnale che mi è rimasto nella mente no.
[part missing in the original file]
LG: Eran pesanti, io mi ricordo quando capitava in casa che bombardavano lì in via Ragusa eccetera, si andava nei rifugi, però ero ragazza, eravamo giovani, ancora un po’ spensierati guardi.
UI: Sì, riuscivate a mantenere.
LG: I vecchi i parenti i genitori erano tutti in cantina che pregavano eccetera e noi ragazzi sulla scala della cantina a cantare, a cantare ‘Maramao perché sei morto’ [laughs].
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LG: Perché pregavano queste persone in cantina, no gli anziani, e qualcuno metteva le immaginette dei santi, no?
UI: Dei santi.
LG: Capisce? Quando c’erano, buttavano le bombe, che ne han buttate parecchie no? Anche incendiarie eccetera, quando c’era uno spostamento d’aria queste immaginette giravano e noi ci divertivamo [laughs].
UI: E voi ci scherzavate, anche nonostante, riuscivate.
LG: Si guarda, poi finito il bombardamento si andava a fare l’ispezione noi ragazzi, no?
UI: E cos’è che cercavate?
LG: A vedere quello che era successo, quindi un odore di brucio, di, sa quella, quell’odore nell’aria, impregnata d’incendio, di.
[part missing in the original file]
LG: Ecco si sfollava a Gorgonzola quando c’erano i bombardamenti e andammo con un carro trainato dai cavalli, si partiva dalla zona della Gobba.
UI: Cioè lì?
LG: Di Milano, la periferia di Milano chiamata la Gobba, no?
UI: La Gobba.
LG: Dove passa il naviglio e con con sto carretto col cavallo si partiva si andava a Gorgonzola, no? Perché, per evitare i bombardamenti notturni, no?
UI: Sì, quanto ci mettevate?
LG: Eh parecchio [laughs] non glielo so dire.
UI: Eh immagino.
LG: Io so che poi su questa cascina la notte si andava sul tetto di questa cascina e vedavamo [sic] Milano incendiata, è stata una cosa veramente tremenda, era tremendo vedere, pensare che casa nostra.
UI: La vostra città.
LG: La nostra città era, stava per essere distrutta, e al mattino alle 6 si rientrava in città. Qualche volta andavamo ai rifugi della stazione centrale.
UI: Ecco com’erano questi, ah sotto.
LG: Sotto i rifugi in stazione centrale, si andava qualche volta lì, eh la guerra è passata.
Citation
“Interview with Luigia Colussi,” IBCC Digital Archive, accessed October 30, 2024, https://ibccdigitalarchive.lincoln.ac.uk/omeka/collections/document/258.
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